«Due sono le funzioni principali della vita: la nutrizione e la della propagazione della specie, a coloro quindi che, rivolgendo la mente a questi due bisogni dell’esistenza, li studiano e suggeriscono norme onde vengano soddisfatti nel miglior modo possibile, per rendere meno triste la vita stessa, e per giovare all’umanità, sia lecito sperare che questa, pur se non apprezza le loro fatiche, sia almeno prodiga di un benigno compatimento.»
– Pellegrino Artusi (La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene. 1935)
Questa settimana il Consiglio Europeo, dopo mesi di trepidante attesa, ha finalmente approvato i suoi emendamenti a una Direttiva europea che mi darà da lavorare per i prossimi anni.
Quello di cui vi voglio parlare però è di altro.
Sono stato infatti coinvolto in una particolare attività di team building: una scuola di cucina. Eravamo in 20, tra fornelli, forni, coltelli, mixer e taglieri.
Una attività frenetica e al limite pericolosa. Io, da buon italiano, mi sono esibito in un pesto (che era la fine del mondo). Ok alla fine non abbiamo vinto, l’esperienza però la raccomando a tutti.
Allego anche foto della giornata di sole di oggi.
«Il genere umano dura solo perché l’uomo ha l’istinto della conservazione e quello della riproduzione e sente vivissimo il bisogno di soddisfarvi. Alla soddisfazione di un bisogno va sempre unito un piacere e il piacere della conservazione si ha nel senso del gusto e quello della produzione nel senso del tatto. Se l’uomo non appetisse il cibo o non provasse stimoli sessuali il genere umano finirebbe subito.
Come è dunque che nella scala dei sensi i due più necessari alla vita ed alla sua trasmissione sono reputati i più vili?»