Qualche giorno a Milano, tra navigli e Brera, lavoro e amici, una caffè alla pasticceria Marchesi e un ottimo pranzo all’Osteria Stendhal.
Poi in auto verso la Toscana, verso splendide giornate di sole a raccogliere olive, leggere Platone e bere Chianti.
Edoardo e Cecilia respirano aria pulita ed io mi perdo tra le pagine del Parmenide, un oscuro dialogo che tratta di metodo, delle idee, dell’essere, dell’uno, del cosmo fisico oppure forse della realtà nella sua totalità. Nessuno lo so, ma forse non è neanche importante.
L’importante è che l’olio venga buono, l’importante è avere l’opportunità di stare insieme in questi giorni di pace oziando con corpo e testa.
Perché, come afferma Parmenide per chiudere il dialogo “a quanto sembra, sia che l’uno sia, sia che l’uno non sia, esso e gli altri, tanto in rapporto a se stessi quanto nelle loro relazioni reciproche, sono e non sono, appaiono e non appaiono, tutti i predicati in tutti i modi. – Verissimo”.
















