«[…] quelque chose de simple, d’infiniment simple, de si extraordinairement simple que le philosophe n’a jamais réussi à le dire. Et c’est pourquoi il a parlé toute sa vie. Il ne pouvait formuler ce qu’il avait dans l’esprit sans se sentir obligé de corriger sa formule, puis de corriger sa correction – ainsi, de théorie en théorie, se rectifiant alors qu’il croyait se compléter»
– Bergson
Due settimane di silenzio.
Magari non ve ne siete neanche accorti ma io me ne scuso lo stesso e cerco di farmi perdonare con una doppia razione di foto.
Prima però di lasciarvi a Saku, con estiva Lacoste nera presissimo da giochi e giostre, vi annuncio che mi hanno di nuovo invitato a parlare. Questa volta alla prestigiosa “Academy of European Law” in Germania, ad ottobre.
A me l’idea fa sorridere.
Non vengo da studi di legge e per me la “Legge” rimane sempre qualcosa di terrificante davanti a cui mi sento sempre come un piccolo K. Roba di guardiani, porte inaccessibili, interpretazioni e fraintendimenti.
Mi toccherà questa volta rivolgermi ad una platea di giuristi e dire qualcosa di sensato.
«ATENIESE: Un dio o un uomo presso di voi, stranieri, ha fama di essere l’autore delle istituzioni delle leggi?»
– Platone (Dialogo “Le leggi”. Libro primo)
Certo che sarebbe tutto più semplice se a fare le regole fossero gli Dei e non gli uomini. Ma purtroppo non è così.
E a scriverle (e a parlarne) poi mettono gente come me.
Se mi vedesse la mia mamma chissà cosa penserebbe? Una cresciuta sui libri di matematica e fisica, che di leggi rispettava solo quelle della termodinamica.
Sarebbe fiera o scuoterebbe la testa in profondo disdegno? Ho il sospetto che la seconda ipotesi è più probabile.
«Il popolo deve combattere per la sua legge come per le mura della città»
– Eraclito (Frammenti)
Io la capisco, ma in fondo prendo il mio ruolo con estrema serietà.
Colgo tuttavia l’ironia di scrivere regole per tutta Europa ma di avere un figlio di 14 mesi che è un vero fuorilegge…