Edoardo’s first birthday

È vero, il compleanno è martedì 31 marzo (quindi avete ancora un paio di giorni per mandare gli auguri), però la festa è oggi.

Io scrivo dal piccolo parco sotto casa, mentre mi riparo dalla pioggia sotto un albero, Saku dorme sereno nel suo passeggino e Maiko si dedica ai preparativi a casa.

Dovrei forse fare il punto della situazione e tirare le somme di questo primo anno, ma mica è facile. Cosa ho imparato? Come sono cambiato? Cosa rifarei e cosa cambierei?

Tutte domande logiche. La verità è che mi sento come Cristoforo Colombo sbarcato in America. Non importa come io ci sia arrivato, o che io ancora non ci capisca niente e sia convinto di essere in India. 

L’importante è essere qui. Baciare la terra e ringraziare di essere tutti d’un pezzo.

Mi guardo intorno e capisco che di strada da fare ce n’è ancora tanta. Se non si continua a testa bassa e abnegazione, essere arrivati qui avrà voluto dir poco. Io non ho intenzione di mollare. Oggi però tiro il fiato. Festeggio con pochi amici e un pugno di amichetti e amichette di Saku. Brindando a quando, un anno fa, preparavamo le borse per andare in ospedale, la nave si preparava a salpare, e noi guardavamo speranzosi l’orizzonte sognando mille avventure.

Adesso vi lascio con un paio di foto che cercherò di arricchire nel pomeriggio a festa finita.

   

    

 

  

  

   

        

 

  

  

  

  

   

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