“Il fulmine governa ogni cosa.”
– Eraclito (frammento 64)
Sono sdraiato sul letto alle 11:20 a mangiare cioccolato. Io, in passato sempre fedele a ritmi e orari precisi, mi sono ormai abituato, come un lupo nella steppa, a prendermi riposo e nutrimento dove capita, quando ci si sono quei dieci minuti che magari non torneranno più per ore, o magari per giorni.
Quindi sgranocchio una tavoletta lindt e scrivo queste righe sul telefono ripensando a quando stamattina alle 6 io e Mai scherzavamo sul fatto che se ci chiamassero i Marines per noi sarebbe una passeggiata, abituati ormai come siamo alle 4-5 alzate per notte, a fare tutto con 10 chili sulle spalle (l’allegro Saku nel suo marsupio), a stare sempre con un occhio aperto senza mai abbassare la guardia.
Ma non fraintendete, siamo orgogliosi di tutto ciò. Lo spartano Leonida, sarebbe fiero di noi. Andiamo avanti a pane e acqua (e un po’ di cioccolata) e ignoriamo il dolore, la fatica e le privazioni.
Visto che però difficilmente troveremo un poeta come Simonide che metterà in versi per i posteri le nostre gesta, mi accontento di lasciare qualche ricordo di questo intensissimo periodo qui su questo umile blog, che purtroppo ormai assomiglia sempre più ai deliranti messaggi di Kurtz dal profondo delle foreste del Congo in Cuore di Tenebra.
“I watched a snail crawl along the edge of a straight razor. That’s my dream; that’s my nightmare. Crawling, slithering, along the edge of a straight razor… and surviving.”
– Marlon Brando, Apocalypse Now