Sono seduto da solo ad un tavolino dell’Antico Caffè di Futako Tamagawa (二子玉川) a ripassare, con il mio fedele quadernetto, i termini giapponesi dell’oggettistica da ufficio (forbici, scotch, matita, gomma, etc.)
Ad aggiungere all’assurdità della situazione (questo “antico” caffè sarà stato aperto un paio d’anni fa e quando mai mi servirà una pinzatrice in Giappone?) nelle cuffie Kurt Cobain mi sussurra nelle orecchie “The sun is gone but I have a light – The day is done but I’m having fun – I think I’m dumb or maybe just happy”.
Come insegnava Joyce, la verità si comprende per improvvise, minuscole, apparentemente insignificanti epifanie. Comprendere il cosmo e il perché di tutto è al di fuori delle nostre possibilità. Accontentiamoci di questi spiragli, di questi brevi momenti di illuminazione, quando la razionale logica di ciò che ci circonda si dissolve ed evapora lasciando scoperto il meraviglioso vuoto sottostante. La libertà del nonsenso, l’allegria del caos, Il purificante calor bianco della follia.
Io quindi mi gusto lentamente il mio ottimo cappuccino, ripenso alla lunga passeggiata fatta stamattina da solo con Edoardo (abbiamo anche preso un autobus giapponese da soli! Che coraggio) e lentamente realizzo che tra due giorni si torna a casa.
O meglio, a una delle case, perché se casa è dove si ha il cuore, la mia vita ha più la forma di un’elisse con due fuochi piuttosto che quella di un semplice cerchio.
Continuiamo a roteare e vedrete che presto saremo di nuovo qui.
Condivido tutto. Bella l’immagine dell’essisse. Rotea chotto!
la casa è dove hai il cuore – quanta saggezza 🙂
Ho una carriera garantita come scrittore per i foglietti dei baci perugina!
Un’ellisse con due fuochi… facile da capire e bello e difficile da vivere.
Vuoi mettere? 🙂