«Canto terzo, nel quale si tratta di quello medesimo cielo de la Luna e di certi spiriti che appariro in esso; e solve qui una questione: cioè se li spiriti che sono in cielo di sotto vorrebbero esser più sì ch’elli siano.»
Domani mattina Kuriko riparte per il Giappone. Intanto nel cielo si accumulano un po’ di nubi temporalesche che portano il fresco.
La quiete qui regna sovrana e non potremmo chiedere di meglio.







«Ma dimmi: voi che siete qui felici,
disiderate voi più alto loco
per più vedere e per più farvi amici?”.
Con quelle altr’ombre pria sorrise un poco;
da indi mi rispuose tanto lieta,
ch’arder parea d’amor nel primo foco:
“Frate, la nostra volontà quïeta
virtù di carità, che fa volerne
sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta.”»
– Dante (Paradiso, Canto terzo)
Che ppalle ‘sta toscana! Ma ‘n’giro a Ibbizza o a Formentera? (che poi ‘n romanesco se porta che c’ha na ere sola già de suo).
Sublime Dante, come lo hai ritrovato questo passetto del terzo Paradiso?
Trovato a pagina 289 di una vecchia edizione Einaudi del 1975.
Condivido, sono sublimi. Non aggiungo altri superflui commenti perché quei pochi versi già contengono tanta saggezza.