«When we make and observation, the measurement is never exact in the mathematical sense, so there is always come uncertainty as to the ‘True’ value. Scientists often say that any uncertainty in an observation is due to noise, without really defining exactly what noise is, other than that which obscures our vision of whatever we are trying to measure, be it the length of a table, the number of rabbits in a garden, or the midday temperature.
Noise gives rise to observational uncertainty, chaos helps us to understand how small uncertainties can become large uncertainties, once we have a model for the noise. Some of the insights gleaned from chaos lie in clarifying the role(s) noise plays in the dynamics of uncertainty in the quantitative sciences.
Noise has become much more interesting, as the study of chaos forces us to look again at what we might mean by the concept of a ‘True’ value.»
– Leonard Smith (Chaos – A Very Short Introduction. Oxford University Press)
Rumore, incertezza, caos.
Io ce li ho tutti e tre visto che tutto d’un tratto il bagno pare abbia deciso di cascare a pezzi.
Il tubo della doccia perde acqua, la lavatrice perde acqua, il lavandino si è intasato (e perde acqua!).

Ma stiamo divagando. Il tema di oggi è semplice: ogni giorno nella nostra vita siamo posti di fronte a centinaia di scelte da prendere.
Cosa mangio per colazione? Chiamo un idraulico o aggiusto da solo il lavandino? Ieri sera – stanco dal mia giornata a Bruxelles – prendo un taxi o una metro per tornare a casa?
Sulla base di cosa prendere queste decisioni, visto che (i) le informazioni che abbiamo a disposizione vanno prese con le molle (we must look again at what we might mean by the concept of a ‘True’ value) e (ii) ogni piccola scelta – nel mondo caotico in cui viviamo – può avere conseguenze enormi sull’intero sistema?
«All manner of insects, vultures, infinite billions of life forms are thrown into chaos and destruction… Step on a mouse and you leave your print, like a Grand Canyon, across Eternity.»
– Ray Bradbury (A Sound Like Thunder)

Forse da dentro il sistema è impossibile avere una visione chiara delle cose.
In fondo i modelli logici con cui interpretiamo il mondo sono sempre fragili e parziali (“confusing the map with the territory”) e costantemente manipoliamo, con le nostre scelte, le stesse variabili che vorremmo osservare. Prendere decisioni, con queste premesse, non è mica compito facile.

L’ordine bisogna forse inventarselo, crearlo dal nulla. Immaginarlo.
Forse un vero ordine lì fuori non c’è, o se c’è non siamo nella posizione di comprenderlo, coperto com’è da tutto quel rumore.
Io questa settimana un senso di ordine l’ho trovato nelle frappe/chiacchiere di Mai (guardate che belle).

Ovviamente non bisogna mica rimanerci troppo attaccati al nostro “ordine”, perché è pur sempre frutto della nostra immaginazione.
Adesso esco a comprare un po’ di attrezzi per cercare di aggiustare il bagno.
Sperando che il caos non prevalga troppo presto sui flussi idrici della mia modesta abitazione.
Anche da noi i tubi si ribellano e strabordano acqua, trasformando la cucina in un porto di Marsiglia. Gli esercizi di Maiko sono bellissimi, danno senso al casino con la loro grazia. Ieri ho guardato un belo documentario, mai sentito? Lo trovi qui: http://www.glasgowfilm.org/player/4887_jiro_dreams_of_sushi
Intanto il tubo della doccia sono riuscito a sistemarlo. Per il lavandino ho comprato un pezzo di ricambio che però si è rivelato della dimensione sbagliata.
La lavatrice invece mi guarda, triste e gocciolante e non so neanche da dove iniziare per sistemarla.
Grazie intanto della segnalazione del documentario. Mai sentito, ma mi attira parecchio.
Che post inspirational!
Il concetto di perturbazione della realtà che avviene nel momento in cui cerchiamo di comprenderla è il cardine della meccanica quantistica, tra l’altro (la misura vista come mezzo di generazione della realtà, e non di verifica).
Meno male che Mai almeno qualche certezza la dà! 🙂
Fa gli esercizi di giapponese?
Com’è ordinata, perbacco (mi chiedo se i giapponesi possano avere calligrafie diverse o se si creerebbe…il Caos).
Ciao Elle, aspettavo un tuo commento!
Devo confessarti che una parte maligna di me ha sempre sognato di replicare l’infernale macchina di Schrodinger con dentro il gatto.
Quelli di Mai non sono in realta’ esercizi di giapponese, ma sono piu’ di “meditazione” (non so se il termine sia corretto).
Copiare con attenzione certosina certi testi fa bene alla testa.