Come accennavo l’altro giorno, sono passato da Roma. Sono state poche ore lo so, ma ne è valsa la pena.
Solo stando lontani un po’ ci si rende conto della luce della città, della sua deliziosa temperatura, della saggezza dei secoli che traspira da ogni pietra.
Languida, oziosa, eterna capitale del mondo, distesa al sole tra i colli, materna con tutti i suoi figli (anche quelli lontani come me). Mai resa cinica dall’età ma invece saggia e poetica nella sua laboriosa lentezza. Perché chi non ha pazienza Roma non la capirà mai, e mai la potrà realmente amare.

Sono stati due giorni di lavoro e di disbrigo di affari personali, ma in compenso ho rimediato anche un’ottima cena di pesce ed uno splendido mac book air da 11 pollici (con cui sto aggiornando chotto).

Ormai sono “straniero”, lo so, e queste due schede elettorali che mi sono trovato nella posta al mio ritorno lo dimostrano.
Il cuore però rimarrà sempre orgogliosamente capitolino (e giallorosso!).
A presto, Roma, troverò il modo di tornare, lo so.

…meraviglioso post…
Certo dichiararsi capitolino va anche bene ma giallorosso proprio nn si porta più.
Ancora dormo con le magliette comprate in Sud. Figurati….
…usque ad finem.
hum hum quelle schede elettorali che sposto dal bagno alla cucina e prima o poi si macchieranno di sugo…
Anche le mie hanno rischiato seriamente. Chissà se le annullerebbero causa “macchia di ragù”…