“Secondo Freud, la modificazione repressiva degli istinti sotto il principio della realtà viene imposta e conservata dall’ «eterna lotta primordiale per l’esistenza… che continua fino ai giorni nostri». La penuria insegna agli uomini che non è possibile soddisfare liberamente i propri impulsi istintuali, che non è possibile vivere sotto il principio del piacere. Il motivo per cui la società impone la modificazione decisiva della struttura degli istinti è quindi «economico; poiché essa non ha mezzi sufficienti per mantenere in vita i suoi membri senza lavoro da parte loro, essa deve fare in modo che il numero di questi membri sia limitato e che le loro energie vengano deviate dalle attività sessuali verso il loro lavoro»
La sostituzione del principio di realtà al principio del piacere costituisce il grande episodio traumatico dello sviluppo dell’uomo – tanto nello sviluppo della specie (filogenesi) che dell’individuo (ontogenesi).
Filogeneticamente esso avviene per la prima volta nell’orda primitiva, quando il padre primordiale monopolizza potere e piacere, e costringe il figlio a rinunciarvi.
Ontogeneticamente, esso ha luogo durante il periodo della prima infanzia, e la sottomissione al principio di realtà viene imposto da parte dei genitori degli educatori.
Il principio della realtà si materializza in un sistema di istituzioni. E l’individuo che cresce nell’ambito di un sistema di questo genere, sente le esigenze della realtà come esigenza di legge e di ordine, e le trasmette alla prossima generazione.”

Mi chiederete cosa centra il brano di Marcuse di cui sopra con la montagna di pesci che Mai io ci siamo fatti fritti ieri sera.
Niente.
Forse.
Forse c’entra di più lo splendido vecchio western con John Wayne, Dean Martin e Ricky Nelson che ho rivisto per l’ennesima volta l’altra sera.
Si chiama “Rio Bravo” o “Un dollaro d’onore” nella traduzione italiana. Prima di storcere il naso andate a vedervelo, che è un vero capolavoro.
Ma torniamo a noi.
Dean Martin, circa a metà del film, si mette a cantare una canzone cha fa più o meno così:
“Sun is sinking in the west
The cattle go down to the stream
The redwing settles in the nest
It’s time for a cowboy to dream
Purple light in the canyon
that is where I long to be
With my three good companions
just my rifle pony and me”
Io ho avuto un’illuminazione finalmente ho capito la soluzione al grande problema dell’umanità discusso tra Herbert Marcuse e Freud!
“Ma svelando la loro ampiezza e la loro profondità, Freud difende le aspirazioni represse dell’umanità: le richieste di una condizione dove libertà e necessità coincidano. Ogni libertà esistente nel regno della coscienza sviluppata e nel mondo che essa ha creato, è soltanto una libertà derivata, frutto di un compromesso, acquistata con la rinunzia alla completa soddisfazione dei bisogni. E poiché la completa soddisfazione dei bisogni è felicità, la libertà che si trova nella civiltà è, nella sua essenza, l’antagonista della felicità: essa comporta la modificazione repressiva (sublimazione) della felicità. Oppostamente, l’inconscio, lo strato più antico e profondo della personalità psichica, è l’impulso verso una soddisfazione integrale, che è assenza di bisogno e repressione. Come tale, in esso necessità e libertà sono immediatamente identiche.
Secondo la concezione freudiana, l’equiparazione di libertà e felicità, repressa dalla coscienza, è conservata nell’inconscio.”
Insomma la soluzione a tutto sono le pianure dell’ovest!
Ecco dove necessità, libertà e felicità diventano tutt’uno.
Fuori dalle città. Fuori dalla civiltà dove lo sforzo di conciliare questi tre elementi sarà perennemente destinato al fallimento.
E’ quindi? Si parte?
Non so.
Per ora vado a Budapest, martedì (in giornata!) e per lavoro.
Onestamente avrò sicuramente un tale sonno che di felicità ne sentirò ben poca…
Per questo mi sono consolato in anticipo con i pescetti fritti che erano una meraviglia.
Che bontà.
Come non convenire. Dal primo pauperista e filoprimitivista un grande applauso ad uno dei migliori pezzi del Chotto!!! Siamo in un momento di grazia. È evidente.
Guarda Chotto, a me i blog culinari annoiano un po’, ma il tuo, con tutte ‘ste foto di montagne pantagrueliche di cibo e i tuoi commenti estasiati, mi piace un sacco. E poi naturalmente non è solo culinario.
Grandioso Rio Bravo, la scena iniziale è da manuale del cinema (e infatti l’ho studiata con il mio amato prof. di cinema).
Silvia e Giorgio, ringrazio entrambi!
Ovviamente il merito del post è di Marcuse (avrei citato pagine e pagine) e di John Wayne (alias Sheriff John T. Chance).
Non ce ne sono più come loro…
P.S. Visto che si parla di cooking blog: stasera per cena Pici con sugo alla salsiccia e un bicchiere di Bordeaux!
Sinceramente e ignorando quanto riportato da te in questo interessantissimo post, io questa cosa della libertà che coincide con la felicità l’ho sempre sentita mia . Ed è per questo che a piccoli piccolissimi passi sto tentando di avere sempre meno bisogni sociali a fronte di una più ampia libertà di scelta. Un po’ difficile lo so ma un po’ alla volta magari……