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  • C’era una volta in cui il blog trasudava irrequietezza e rabbia. Ora ispira tranquillita’. Come cambiano le cose.

  • Ma allora possiamo festeggiare, almeno per qualche giorno? Possiamo tapparci le orecchie davanti agli uccelli del malaugurio?

  • Caro Giorgio,
    rileggevo proprio oggi pomeriggio il primo capitolo del mio amato “Così parlò Zarathustra”. Quello delle tre metamorfosi.
    Come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.

    Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? Domanda lo spirito paziente, e piega le ginocchia come il cammello, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza.
    Non è forse questo: umiliarsi per far male alla propria alterigia? Far rilucere la propria follia per deridere la propria saggezza?
    Oppure è nutrirsi delle ghiande e dell’erba della conoscenza e a causa della verità soffrire la fame dell’anima?
    Oppure è scendere nell’acqua sporca, purché sia l’acqua della verità, senza respingere rane fredde e caldi rospi?
    […]
    Ma la dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuole come preda la sua libertà ed essere signore nel proprio deserto.
    Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria.
    Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol più chiamare signore e dio? ‘Tu devi’ si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice ‘Io voglio’.
    ‘Tu devi’ gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l’oro, e su ogni squama splende a lettere d’oro ‘tu devi’.
    Crearsi la libertà è un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone.
    […]
    Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di far? Perché il leone rapace deve anche diventare fanciullo?
    Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un gioco, una ruota rotante da sola, un primo moto, un sacro dire sì.

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