«To each web hung a small black spider, patiently waiting for its small prey to come along. Not that spiders had any awareness of being “patient”. A spider had no special skill other than building its web, and no lifestyle choice other than sitting still. It would stay in one place waiting for its prey until, in the natural course of things, it shriveled up and died. This was all genetically predetermined. The spider had no confusion, no despair, no regrets. No metaphysical doubt, no moral complications. Probably. Unlike me. I have to move with a purpose […] I move, therefore I am.»
Spinto da motivazioni di vario tipo, inclusi i sensi di colpa che state cercando di farmi venire, anche stamattina ho messo le scarpe da ginnastica e siamo tornati a correre nel bellissimo parco sotto casa.
In testa continuo a pensare alle prime pagine del libro di Murakami, 1Q84, che finalmente mi sono deciso ad iniziare.
Promette bene. Il tempo per leggerlo dovrei averlo anche se in questo giorni sono sommerso dai buoni propositi e realizzarli tutti sarà difficile: iniziare a studiare il francese, riprendere a fare esercizi di giapponese, approfondire il diritto comunitario, ecc. ecc.
Forse è meglio non pensarci troppo visto che martedì arriva da Roma la seconda, ed ultima, ondata delle scatole del trasloco. Ci sarà da divertirsi.
Per adesso, visto che questo sito sembra essersi trasformato, di sua iniziativa e senza il mio controllo, in un sito di culinaria, io proseguo con le foto del pranzo di oggi.


Proseguo con un paio di foto che evidenziano gli stretti legami che sembrano legare il giappone con la cucina francese.
I risultati sono ottimi vi assicuro.



E infine un po’ di colore casalingo.


Ma allora lo fai apposta! Dici che ti senti in colpa e poi pubblichi foto di chili di cozze e di leggerissimi strato di cioccolato bianco tra due biscotti al tè verde? 😉
Come diceva Ugolino, più che l’onor potè il digiuno…
Dovevo pur rifarmi in qualche modo della corsa nel parco!?!