Mai è in questo momento in volo per il Giappone.
Io rimasto qui guardo la pioggia e non devo neanche preoccuparmi per la cena. Prima di partire Mai ha infatti riempito il frigo di melanzane alla parmigiana, sughetti e altre delizie.

Visto il troppo tempo a disposizione, a cui non sono abituato, rifletto.
“The journey is the reward” diceva qualcuno.
Concordo. In fondo la destinazione conta poco. Però una destinazione bisogna pur averla, non credete? Perché un conto è godersi la passeggiata comprendendo che i traguardi sono tutti relativi e quindi effimeri, un conto è però brancolare senza meta alcuna.
“It’s better to be a pirate than to join the navy” diceva lo stesso di cui sopra.
Allora si! Nella ricerca di una meta è meglio scegliere qualcosa o qualcuno a cui opporsi. Una forza antagonista contro cui definirsi almeno per differenza!
Io per questo sono alle prese con una lotta personale contro una serie di false e pericolose figure paterne, di deludenti archetipi da buttar giù, destinazione Tartaro.
“Libero ti chiami? Voglio sentire il tuo pensiero dominante e non che sei sfuggito a un giogo. Sei tale da aver avuto il diritto di sfuggire a un giogo? Vi sono molti che hanno gettato via ciò che ancora valevano quando gettarono via il loro assoggettamento. Libero da che cosa? Che importa questo a Zarathustra? Ma il tuo occhio deve limpidamente annunciarmi: libero per che cosa?”

Lotta contro Crono a parte, io una meta in questi giorni me la sono coraggiosamente scelta. Magari razionalmente sembrerà una follia irraggiungibile, ma questo non cambia nulla.
In fondo “Socrate fu un equivoco; tutta la morale del perfezionamento, anche quella cristiana, è stata un equivoco… La più cruda luce diurna, la razionalità a ogni costo, la vita chiara, fredda, prudente, cosciente, senza istinto, in contrasto agli istinti, era essa stessa soltanto una malattia, una malattia diversa – e in nessun modo un ritorno alla «virtù», alla «salute», alla felicità… Dover combattere gli istinti – questa è la formula della décadence; fintantoché la vita è ascendente, felicità e istinto sono uguali.“