“Know ye, now, Bulkington? Glimpses do ye seem to see of that immortally intolerable truth; that all deep, earnest thinking is but the intrepid effort of the soul to keep the open independence of her sea; while the wildest winds of heaven and earth conspire to cast her on the treacherous slavish shore?
But as in landlessness alone resides the highest truth, shoreless, indefinite as God – so better is it to perish in that howling infinite, than be ingloriusly dashed upon the lee, even if that were safety!”
Mi riposo leggendo sotto il sole nel bel verde, dimentico di tutto.

Peppe invece vergognosamente si dedica al mare romano, tra aperitivi e compagnia gaudente. Da lui non me lo sarei aspettato. Aspettiamo conferme o smentite, sapendo già però che ogni suo tentativo di giustificarsi non farà che renderlo maggiormente colpevole.
Per onestà, neanche io nascondo le mie colpe e pubblico la foto del peccaminoso pranzo fatto sull’erba.
Vedete sempre parecchie delizie su questo sito, ma ogni tanto qualche schifezza ci vuole.

Della difficile e mentalmente laboriosa settimana lavorativa ho già accennato fin troppo nei precedenti post. Completo però il tutto con il lato “positivo”, ovvero le ultime creazione culinarie della mia Mai.
Croissant fatti in casa (per colazione) e un ottimo riso con sardine, porri, aglio e salsa di soia (per una cena)



Per cena invece…

Prima di lasciarvi e tornare al mio riposo domenicale, metto agli atti un’altra profonda lezione di saggezza tratto dal testo di Melville che sto leggendo:
“…For all men tragically great are made so through a certain morbidness. Be sure of this, O young ambition, all mortal greatness is but disease.”