Not One, But Two

Festa del primo novembre qui a casa.
Tre giorni di autunno carichi di pioggia. Riposo e affogo tra la cioccolata calda e il mio bel libro di Roth.

novembre

«Il risultato fu che per la prima volta in vita mia sentii in lei una specie di forza (come pure un certo appeal femminile) e mi chiesi che cosa potevo ottenere insistendo a calarmi nel ruolo di paciere domestico. Non erano tutti più felici quando erano in collera? Di sicuro erano più interessanti. La gente è ingiusta con l’ira: può essere un tonico, e molto divertente.»

ricordi d'agosto

Questa settimana il lavoro mi porterà verso una nuova meta. Per fortuna avrò il mio libro con me.

«Quando è Pesach? Non so nemmeno quando è Pesach, Nathan. Noi non la celebriamo. Non l’abbiamo mai fatto, nemmeno quando vivevo con i miei genitori. Anche mio padre, che aveva un negozio di calzature, si era liberato di tutto questo. Non gli importava niente della Pasqua ebraica, gli importava del golf, il che ora mi sembra lo collochi sulla scala evolutiva tremila gradini più in alto di quel fesso di suo genero. La religione! Solo fanatismo, superstizioni, guerre e morte! Stupide sciocchezze medioevali! Se demolissero tutte le chiese e tutte le sinagoghe per fare posto a più campi da golf, il mondo sarebbe un posto migliore!”»

Per il resto che dire.
In questi tre giorni ho anche corso (nonostante la pioggia), fatto l’ennesima lezione di giapponese di cui ho capito poco e niente (grande soddisfazione!), avuto ospiti a casa i miei zii “torinesi” e riempito casa di cibo dell’ottimo negozio Eataly.

Sappiate inoltre che tra una decina di giorni arriva ospite da noi Mariko, amica di Mai dai tempi del liceo.

reading & mac

«Diversamente dalla vita di Nathan, quella di Henry era venuta a rappresentare una convivenza con la realtà, prendere la realtà e lasciarsene inondare anziché tentare di alterarla.

La fantasia è un insieme di congetture che riguardano essenzialmente la tua persona, il “tu” col suo sogno di onnipotenza, il “tu” eternamente legato al suo desiderio di primeggiare, alla sua paura preferita, e distorto da una specie di riflessione infantile che lui aveva eliminato dai suoi processi mentali. Tutti possono scappare e sopravvivere, il trucco era restare e sopravvivere, ed era questo che Henry aveva fatto, non inseguendo erotiche fantasticherie, non fuggendo e affrontando sfide avventurose, ma studiando attentamente le gravose esigenze della sua professione. Nathan aveva capito tutto a rovescio, sopravvalutando – come gli imponeva la sua fantasia – il richiamo dell’intemperanza e le capacità di spazzare via i limiti della vita.»

E visto che pioveva, siamo stati occupati anche in cucina…

cena giapponese (senza nome)
tagliolini freschi al sugo di salsiccia
fusilli bucati con ratatouille e chianti

Per chiudere un immagine per Giorgio e mia madre, che come me hanno amato “Le correzioni”. E’ tornato, finalmente.

Freedom

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