Chotto tornato a casa dal weekend nella Capitale, dove mi sono aggirato, spensierato, quasi straniero nella mia città!
Tutto però è andato bene, abbiamo mangiato, passeggiato, negoziato con un paio di alberghi a cinque stelle, portato i documenti all’ambasciata giapponese e ci siamo anche goduti la Roma che vinceva con la Juve a Torino. Non male nel complesso.
Saremo giù di nuovo a breve per ritirare altri documenti, ma la nostalgia ha iniziato a colpire appena sbarcati dal treno nella gelida Milano.
Sul treno intanto andavo avanti con il mio nuovo libro di Philip Roth:
“Dio mandò Hitler perché Dio è pazzo. L’ebreo conosce Dio e sa come agisce. L’ebreo conosce Dio e sa che, dal primo giorno in cui ha creato l’uomo, ce l’ha avuta con lui da mane a sera. Ecco cosa significa dire che gli ebrei sono gli eletti. I goyim (*) sorridono: Dio è misericordioso, Dio è amorevole, Dio è buono. Gli ebrei non sorridono: conoscono Dio non perché l’hanno sognato a occhi aperti, come i goyim, ma perché hanno passato una vita con un Dio che non smette mai, mai una volta, di riflette e ragionare e usare la testa con i suoi affezionati figlioli. Rivolgersi a un padre irascibile e pazzo, ecco cosa vuol dire essere un ebreo. Ricorrere a un padre pazzo e violento, e per tremila anni, ecco cosa vuol dire essere un pazzo di ebreo!”
(*) Yiddish = gentile, non ebreo
Voglio infine concludere con una lieta nota di colore e pubblico una meravigliosa foto giunta dall’inviato Peppe Focone appena tornato dall’Africa! Cliccateci sopra per vederla nelle sue dimensioni originarie perché merita.
P.S. Domani all’alba si parte per Torino.
Your loyalty is not to me
But to the stars above
One more cup of coffee for the road
One more cup of coffee ‘fore I go
To the valley below