Finisco di montare anche l’attaccapanni per l’inverno, reduce dalla prima notte passata a dormire nella casa nuova, per fortuna silenziosa nonostante fosse un sabato sera estivo dei Navigli. Quindi direi primo test passato (anche se ammetto che la nostra aria condizionata sferragliava come neanche fossimo in una vecchio traghetto).

Il gas ancora non arriva ai fornelli, ma tutto il resto è in ordine e inizia a prendere vita. Mai gira per casa ed oltre a svuotare scatole e riempire comodini, fa un degno servizio fotografico dei nuovi dettagli (trovate tutto cliccando sulla foto in alto a sinistra). La settimana per il resto passa rapidamente e riesco pure a trovare il tempo per esibirmi in uno “splendido” pollo ripieno con origano e pancetta per l’amica di Mai ospite da noi.

P.S. I HAVE THE KEY IN MY HAND, ALL I HAVE TO FIND IS THE LOCK
“Parlare di certe istituzioni pubbliche e sociali come del “sistema” è corretto, perchè esso sono fondate sugli stessi rapporti concettuali e strutturali di una motocicletta. Sono sorrette da rapporti strutturali persino quando hanno perso ogni significato e ogni altro scopo. La gente va in fabbrica e dalle otto alle cinque si dedica senza fiatare a mansioni senza senso, perchè la struttura esige che sia così. Non c’è nessun “cattivo” che li vuole costringere a vivere delle vite senza senso, è solo che la struttura, il sistema, lo esige, e nessuno è disposto ad assumersi l’arduo compito di cambiare la struttura solo perchè non ha senso.
Ma smantellare una fabbrica, o ribellarsi contro un governo, o rifiutarsi di riparare una motocicletta solo perchè essa è un sistema, è attaccare gli effetti invece delle cause. Il sistema vero è la costruzione del pensiero sistematico, la razionalità stessa, e se si smantella una fabbrica lasciando in piedi il sistema di pensiero che l’ha prodotta, questo non farà che dare origine a un’altra fabbrica.”